IL VENTO DI MEZZOGIORNO

 

By Marco Marano

SILENZIO, ENTRA IL VENTO

 

Aruanà – Shii… Lo senti questo canto?

Viaggiatore – Si cos’è…?

Aruanà – E’ un canto d’amore. Parla del vento che tocca i cuori e le menti. E’ il segreto del tempo che raccoglie le passioni del mondo e le fa assomigliare le une alle altre…

Viaggiatore – Di che vento parli?

Aruanà – Immagina le città del mondo… Dove ricchezza e povertà convivono in un unico scenario… Dove i diritti di cittadinanza sono calpestati… Dove le razze si uniscono, ma spesso non riescono a convivere… Dove i più deboli sono destinati alla sconfitta sociale…

Viaggiatore – Si, ma che c’entra il vento?

Aruanà – Immagina un vento caldo che trasporta suoni, e che bacia tutte queste  città… E’ la musica che accoglie le storie delle donne e degli uomini di queste città…

Viaggiatore – La musica? Ma di cosa parli? Sempre cose complicate ti piace dire…!

Aruanà – Non c’è nulla di complicato nella musica. La musica unisce gli spazi, costruisce una unica identità… Così chi non ha niente può gridare al mondo che è ingiusto. Lo può fare con la rabbia, ma anche col sorriso… Perché ci sono storie, nelle città del mondo che parlano di noi stessi… della nostracattiva coscienza… Perché la società globale siamo noi stessi…

Viaggiatore – Ah, la società globale, giusto! Ma cos’è la società globale…?

Aruanà – Sono le città del mondo… Dove le culture si uniscono… Dove le razze interagiscono… Dove le dimensioni sociali che prima erano separate ora sono l’una a contatto dell’altra…

Viaggiatore – Ma da come ne parli sembra che sia un luogo fantastico…

Aruanà – Potrebbe esserlo se ci pensi bene… Il problema sono le merci…

Viaggiatore – Le merci? In che senso?

Aruanà – Nel senso che la società globale è dominata dalle merci: chi ha più da scambiare può dominare, chi non ha niente da scambiare è un dominato…

Viaggiatore – Ah, ho capito parli del terzo mondo…

Aruanà – Non necessariamente… Parlo di donne e di uomini, parlo di bambini… Parlo di quartieri… Parlo di povertà e ricchezza… E queste cose sono dappertutto….

LO SCIROCCO

Quando il vento arriva da levante

 

Quando il vento caldo plana sull’asfalto è come se il tempo si fermasse. I movimenti sono sempre più lenti, le gote iniziano a sudare e la città sembra ridursi ad un involucro da cui è necessario uscire se si vuole respirare. E’ lo scirocco, i pescatori lo chiamano il vento di mezzogiorno, perché proviene da levante. Un vento caldo e umido che soffia in modo costante dai deserti africani. Quando è sul mare la sua potenza è massima, non appena rientra sulla costa s’indebolisce, ma l’aumento della pressione atmosferica rende il clima afoso e umido. E’ il vento del sud, insomma, che tocca i paesi caldi, a cui stranamente si rivela come chiave di lettura delle terre che raggiunge. Sono terre arroventate dal sole, dalle passioni, dagli umori. Sono terre dove i colori si riflettono con luci accecanti, dove le relazioni umane si confrontano con le passioni degli istinti, dove le regole comuni a tutti gli uomini vengono ridefinite all’interno di dinamiche che nulla hanno di comunitario ma che al tempo stesso si fondano sui sensi.

Le terre toccate dai venti

 

Sono le terre toccate dai venti del sud a rappresentare la spia sociale di un mondo capovolto, non solo nell’area mediterranea ma in tutti i sud del mondo dove i venti caldi e umidi investono le interazioni umane, dove i significati e i significanti assumono dimensioni poco codificabili da quei popoli che il vento non tocca. E’ una sorta di comune denominatore che lega le traiettorie geografiche nell’insolvenza di astrazioni cosmiche. Qualcuno parla di regole non scritte, qualcun altro di fisiologico sottosviluppo dei sistemi e delle coscienze, fatto sta che questi popoli raggiunti dal vento del sud si definiscono in funzione di sistemi di significazione simbolica a se stanti, e questo a partire dal potere o per meglio dire dalla concezione del potere… 

Le appartenenze

 

Il Potere è sinonimo di legame appartenenza, parentela, che si tramanda nel tempo. La città viene coperta. I luoghi dove il potere si esplica non sono i palazzi istituzionali, ma sono i salotti, le logge, le consorterie che assumono le conformazioni che meglio si addicono al contesto. L’affiliazione alla famiglia costituisce la credenziale e al tempo stesso la legittimazione per concorrere alla gestione delle risorse. L’appartenenza, l’affiliazione sono elementi fortemente connessi al tessuto culturale, che diventano fondamentali per poter ricoprire un ruolo nella società civile.

I diritti negati

 

I diritti negati di ogni singolo cittadino, in quanto soggetto individuale, possono essere riscattati solo con l’affiliazione, come semplice oggetto di scambio. E’ un sistema tradizionale, questo, dove la famiglia è il nucleo basilare dell’organizzazione sociale, che in qualche modo esautora il sistema istituzionale. Un sistema che si erge sulle sorti di popoli antropologicamente soggiogati e che amano farsi soggiogare, voltando spesso dall’altra parte lo sguardo quando si tratta di scontrarsi in prima persona con le contraddizioni della propria terra.

Photo credit Marco Marano