Un'altra storia da raccontare nel giorno delle stragi

POLIZIOTTI IN TENUTA ANITSOMMOSSA CHE MANGANELLANO DEGLI STUDENTI DENTRO UNA FACOLTA' UNIVERSITARIA

 

22 MARZO 2016

By Marco Marano

Allora ricapitoliamo. Oggi, nel giorno degli attentati di Bruxelles, è di un'altra storia che vogliamo parlare, una storia che sa di grottesco. E' accaduta in un'aula studio universitaria, è accaduta nella facoltà di Scienze Politiche di Bologna, in quella facoltà dove un docente ...cosiddetto democratico, dopo aver inneggiato alla guerra, dalle pagine di un famoso quotidiano, impartiva una lezione agli studenti sulla guerra e la pace...

Da quel momento, il collettivo studentesco ha iniziato un contenzioso con l'intero sistema universitario, il quale poco ci mancava che facesse passare questi studenti, politicamente impegnati e contestatari, per terroristi...

La stessa facoltà/università firmava la petizione di Amnesy International sulla "verità per Giulio Regeni", il ricercatore universitario barbaramente ucciso in Egitto, da un regime dittatoriale, partner d'affari dell'Italia, sia dal punto di vista commerciale che bellico, per l'imminente guerra in Libia, così caldamente caldeggiata da quel docente democratico di cui sopra. Per finire, invitava l'attivista per i diritti umani Angela Davis a tenere una conferenza in una delle aule dell'Università più antica del mondo, la quale sottolineava caldamente che la guerra è da aborrire...

Stamattina, quegli stessi studenti, intitolavano a Giulio Regeni una sala studio, appendendo una sua foto con il nastro isolante su di un muro... Nessuna occupazione, nessun picchetto, nessuna interruzione di lezioni: semplicemente una foto con del nastro isolante...

 

Bene, il Preside della facoltà, per questo "atto terroristico", di un gruppo di studenti contestatari, chiamava la polizia, che si presentava, dentro la facoltà, in tenuta antisommossa, manganellando quegli studenti che avevano deciso unilateralmente che fosse giusto ricordare la memoria del povero Giulio in modo simbolico...

Fare intervenire la polizia in tenuta antisommossa per manganellare degli studenti, dopo aver intitolato autonomamente una piccola sala studio ad un martire della libertà come Giulio, oltre che vile è un atto fascista, e usiamo questo termine non in modo sloganistico ma nel suo significato semantico più puro. Perché il fascismo ha paura dei simboli di libertà, anche quando si traveste da borghesia benpensante, per sposarli ipocritamente come facciata...

Per cui l'unica cosa che possiamo dire al Preside della facoltà di Scienze Politiche di Bologna è: "vergognati...!"