Scoperchiato il tentativo di golpe dei corrotti in Brasile

PARTE DEL POPOLO SI MOBILITA IN NOME DELLA DEMOCRAZIA SCIPPATA

I partiti che hanno promosso la procedura d'impeachment contro la presidentessa Dilma Rousseff, senza nessuna prova di reato costituzionale, sono in realtà coloro che, attraverso un dilagante sistema corruttivo, si sono impossessati di ingenti risorse, occultate dalla società panamense Mossack Fonseca, smascherata dallo scandalo Panama Papers.

 

5 aprile 2016

By Marco Marano

 

Quello che sta succedendo in Brasile supera di gran lunga qualsiasi fantasiosa pellicola cinematografica di genere, tra fantapolitica e spy story. O forse è il logico percorso di un paese sudamericano che, tra dittatura e corruzione, dagli anni sessanta, ha cercato di correre ai ripari con le ultime tre presidenze, quelle di Lula e della Rousseff, concedendo il fianco a grandi contraddizioni. O ancora è il destino, in salsa latinoamericana, di quei paesi, in questo mondo neoliberista, fragili dal punto di vista sociale e istituzionale, come la Grecia, la Spagna, il Portogallo, l'Italia, in salsa mediterranea...

Ma partiamo dall'inizio... Dopo un quindicennio di grande speranza per il popolo brasiliano, in seguito alle presidenze del partito dei lavoratori con Lula prima e con Dilma Rousseff dopo, nel 2014 inizia una fase discendente per il paese. Un quindicennio nel quale ci sono state luci ed ombre. Due le fotografie tra il bianco ed il nero che possono essere riportate. Da un lato vi sono le 400000 persone tolte alla povertà assoluta, attraverso programmi virtuosi d'intervento sociale: il bianco. Dall'altro vi è la cosiddetta "pacificazione delle favelas", avviata per ripulire le città in vista dei due grandi eventi sportivi planetari, i mondiali di calcio e le olimpiadi. Il punto che di pacifico questo intervento non ha avuto un bel niente, perché si è trattata di una violentissima deportazione e repressione, costata tanti morti, tra cui molti minori: il nero. Tutto questo nel contesto di un paese che in quindici anni non è riuscito a combattere la corruzione del sistema statale, dalla burocrazia, alla politica, alle forze dell'ordine, mantenendo ineguaglianze e sperequazioni. Certo è che però le conquiste sociali raggiunte dai governi del partito dei lavoratori dal 2001 fino ad oggi non hanno riscontri nella storia del Brasile.

 

La fase discendente dipende innanzitutto da una congiuntura economica sfavorevole che ha portato il paese in recessione, con una inflazione al 10 per cento, e un livello di disoccupazione che ha ripreso a salire vertiginosamente. Ma se questo è lo scenario socio-economico, un altro evento contraddistingue la discesa negli inferi del Brasile: Operação Lava Jato (operazione autolavaggio), il più colossale scandalo di corruzione mai saltato fuori, che riguarda la compagnia a partecipazione statale Petrobras. Cerchiamo di capire cos'è Petrobras, attraverso le asettiche definizioni di Wikipedia: "Petróleo Brasileiro S.A è una compagnia brasiliana di ricerca, estrazione, raffinazione, trasporto e vendita di petrolio con sede a Rio de Janeiro... È una delle maggiori aziende brasiliane, il principale azionista è l'Unione federale (stato brasiliano), che possiede il 32,22% (55% dei diritti di voto)... Tra le prime 15 compagnie petrolifere mondiali, dispone di una tecnologia avanzata per la perforazione in acque profonde e ultra profonde, con dei record mondiali di profondità."

Il 17 marzo del 2014, grazie ad una operazione di polizia, innescata dalle dichiarazioni di una sorta di pentito, inizia a venire alla luce un sistema di tangenti del valore di una decina di milioni di real brasiliani, che riguarda prevalentemente senatori e deputati di un pò tutti i partiti, ma soprattutto di opposizione, tra cui appunto i due presidenti delle rispettive camere, appartenenti allo stesso partito, il PMDB. In breve i numeri: 11 senatori, una ex senatrice, 23 deputati federali, 12 ex deputati federali.

 

A tal punto, tutto lascerebbe supporre che le disgrazie della presidentessa Rousseff siano dipese da questo scandalo: ebbene no, perché in tutta questa storia il governo federale non c'entra proprio niente. I problemi della presidentessa sono iniziati quando nell'estate scorsa la Corte dei Conti ha chiesto di bocciare la legge di bilancio per irregolarità. La causa riguarda la cosiddetta "pedalata fiscale" cioè un ritardo nel passaggio di denaro dalla contabilità dello Stato a banche e a enti pubblici responsabili delle operazioni finanziarie di alcuni programmi d'intervento sociale. Ma questo, rispetto agli articoli della Costituzione brasiliana, non costituisce un reato contro lo Stato federale. L'opposizione invece, prendendo la palla in balzo, cerca di approfittare della situazione e decide di chiedere l'impeachment della presidentessa.

Ora, l'aula del parlamento che deve promuovere lo stato di accusa è la camera federale, e qui entriamo nel vivo della situazione, perché a presiederla è Eduardo Cunha, uno di quelli tra i più compromessi nello scandalo Lava Jato. Infatti è sotto inchiesta, in attesa di processo, per aver stornato in Svizzera, a nome della moglie, parte di quelle tangenti Petrobras. Attorno a lui si è quindi creata una fronda istituzionale trasversale, tesa chiaramente a spostare l'attenzione dal sistema corruttivo trasversale a all'impeachement presidenziale.

Negli ultimi mesi, e particolarmente nelle ultime settimane, in Brasile si è creato un movimento d'opinione che, sostenuto dal web, sta dilagando in tutte le città brasiliane: dai partiti di sinistra ai sindacati, dalle organizzazioni studentesche ai movimenti per i diritti umani, da quasi tutto il mondo delle arti, musica, teatro, cinema a quello accademico. Manifestazioni nelle strade, iniziative nei teatri, nella sale di aggregazione, dappertutto si  inneggiano slogan che ormai sono diventati tormentoni: "NÃO VAI TER GOLPE", CUNHA FORA", sono quelli più risonanti.

 

Il tema del golpe bianco è in effetti il fantasma con cui il popolo brasiliano vive costantemente, poiché una delle preoccupazioni maggiori, soprattutto tra chi ha una certa età, riguarda il colpo di stato del '64. C'è da dire che la situazione attuale di sfiducia e crisi economica riporta alla mente la defenestrazione di Joao Goulart, da cui prese avvio la dittatura militare. C'è poi la questione aperta del ruolo che stanno giocando i mezzi d'informazione, i quali, Rete Globo in testa, stanno crocifiggendo giorno per giorno la presidentessa, occupandosi poco degli effetti dello scandalo Lava Jato.

Ecco perché sul web stanno sorgendo veri e propri media informativi che danno voce soprattutto agli artisti brasiliani, contro quella che sembra una vera e propria strategia golpista, capitanata dal presidente della camera federale, il quale ha messo in piedi una cordata legata alle oligarchie politiche e mediatiche del paese, con pezzi della magistratura. Un altro dei fantasmi che si aggira nei raduni antigolpisti è quello sui tempi dell'impeachement, poiché sembra che si stia cercando di arrivare prima al voto parlamentare per la messa in stato di accusa, che dovrebbe essere tra pochi giorni, rispetto al processo che riguarda Eduardo Cunha, considerato che si da quasi per scontata la votazione sfavorevole alla presidentessa, dato che nel parlamento brasiliano, se il conteggio non ci inganna, dovrebbero esserci 271 parlamentari in stato d'accusa per vari reati.

Ma la storia non finisce qui... Si, perché dalle "carte di panama", cioè lo scandalo Panama Papers che da ieri ha fatto luce sulle attività di riciclaggio del denaro evaso da parte di capi di stato, primi ministri, politici di alto rango sparsi in tutto il mondo, emerge che esponenti e famiglie di sette partiti politici brasiliani sono coinvolti nelle società off-shore fatte girare nei paradisi fiscali di mezzo mondo. Non solo, ma emerge anche che molti dei fondi derivanti dalle tangenti Petrobras sono stati gestiti dalla società panamense Mossack Fonseca. E chi c'è in testa a questa lista? Proprio lui, Eduardo Cunha, il promotore dell'impechement, insieme al suo partito PMDB...

 

Due i fatti segnalati dal quotidiano El Pais. Il primo riguarda direttamente Cunha. Il suo nome esce fuori in riferimento ad una società off-shore in Svizzera denominata Stingdale Holdings Inc, il cui prestanome sarebbe un certo David Muino. E poi vi sono varie vicende, appunto familiari, legate al partito di opposizione PMDB, come quella della famiglia del senatore Edison Lobão. Luciano, il figlio, appare nei documenti Panama Papers poiché avrebbe utilizzato una società off-shore per comprare, nel 2013, un appartamento a Miami al costo di 600.000 dollari, rivendendolo l'anno dopo un milione di dollari. La proprietaria di questa società è la moglie del rampollo di famiglia, Vanessa Fassheber Lobão. Ma Luciano Lobão appare anche come partner in una società, chiamata Hytec, appaltatrice per le opere pubbliche del Programma di Accelerazione della Crescita in Maranhão.

 

FONTI: Pós Tv, Agência Brasil, Pensa Brasil, El Pais

CREDITS: Pós Tv, Pensa Brasil